Le intolleranze alimentari sono dei disturbi molto comuni che si manifestano a causa di una sensibilità specifica nei confronti della sostanza ingerita.
Chi soffre di intolleranza alimentare non presenta sintomi legati all’attivazione del sistema immunitario, come avviene invece nel caso delle allergie, ma reazioni avverse causate dalla mancanza di particolari enzimi, come nel caso dell’intolleranza al lattosio, dal consumo eccessivo di specifici alimenti, come avviene per l’intolleranza al nichel, o da cause ancora oggi poco chiare, le quali lasciano aperto il dibattito tra gli specialisti.
Di seguito scopriremo quali sono le intolleranze alimentari più diffuse, da cosa derivano e quali regimi alimentari è necessario adottare per tenerle sotto controllo.
Intolleranza al lattosio
Quella al lattosio è una delle intolleranze alimentari più note e diffuse, le cui cause sono state identificate nell’assenza o scarsità di un enzima specifico, la lattasi, atto a scindere il lattosio in due zuccheri semplici per permetterne la digestione. Il lattosio è un disaccaride che, per venire digerito, deve essere scisso in glucosio e galattosio; quando la lattasi è carente, la scissione, che ha luogo nell’intestino tenue, non avviene e il lattosio rimane bloccato nell’intestino, dove fermenta.
I sintomi più comuni, la cui gravità varia in base al livello di lattasi prodotta dall’organismo, sono gonfiore addominale, flatulenza e diarrea. Per evitare i disagi causati da questa intolleranza è possibile ricorrere ai prodotti senza lattosio, studiati per rispondere alle esigenze di chi soffre di intolleranza a questo disaccaride. In caso di intolleranza di lieve entità, è possibile consumare piccole quantità di prodotti contenenti lattosio, preferendo i formaggi fermentati e bevendo il latte solo durante i pasti.
Intolleranza al nichel
Il nichel è un metallo pesante presente nell’aria, nell’acqua e anche in molti alimenti, il quale viene utilizzato anche per la fabbricazione di gioielli e accessori di vario genere che possono entrare a stretto contatto con il corpo. Ognuno di noi entra quotidianamente in contatto con questo metallo e, sebbene sia fondamentale per il benessere dell’organismo, in alcuni casi l’esposizione continuativa oppure l’assunzione eccessiva per via alimentare può dare vita a un’intolleranza da contatto oppure, come nel nostro caso, alimentare.
I sintomi che potrebbero far sospettare un’intolleranza al nichel sono la comparsa, subito dopo l’assunzione di alimenti che contengono questo metallo, di rush cutanei, prurito generalizzato, gonfiore addominale, infiammazione gengivale, mal di testa e stanchezza.
Nel caso in cui si sospettasse un’intolleranza al nichel, l’unica soluzione consisterebbe nel ridurre il consumo di tutti gli alimenti che lo contengono in grandi quantità, come i pomodori, gli spinaci, gli asparagi, i legumi, il tè, il cacao, la soia, gli anacardi, le uova e i crostacei, reintroducendoli poi poco alla volta quando l’organismo sarà riuscito a eliminare l’eccesso di nichel precedentemente accumulato.
Intolleranza al glutine
L’intolleranza al glutine, spesso confusa con la celiachia, deriva da una sensibilizzazione dell’organismo a questo tipo di complesso proteico.
Per ridurre i sintomi è, anche in questo caso, necessario limitare per qualche tempo il consumo di tutti gli alimenti ricchi di glutine, ossia la maggior parte dei cereali e delle farine, reintroducendoli lentamente quando l’organismo si sarà depurato.