La meditazione è un’attività che ci permette di riassestare il nostro equilibrio mentale, di ridurre lo stress e di riacquistare la calma necessaria ad affrontare le sfide di ogni giorno. Sulla meditazione sono stati scritti tomi su tomi, ergo questo articolo (o questa serie di articoli) non ha certo la pretesa di essere esaustivo.
Inizieremo con un esercizio di meditazione che è più che altro un esercizio di training autogeno. Molto spesso le discipline si sovrappongono, infatti e possiamo trovare tecniche yoga in trattati psicologici e viceversa. L’importante è raggiungere il fine. Il mezzo con il quale vi arriveremo ha importanza solo per i teorici (che non siamo di certo noi).
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La meditazione: il luogo
I grandi yogin sono in grado di meditare ovunque. Non avendo noi raggiunto tale livello di trascendenza sarà consigliabile posizionarsi in un luogo poco rumoroso e con poche distrazioni. Non temete: man mano che si procede con la pratica diventerà sempre più facile riuscire a meditare anche in luoghi nei quali all’inizio non riuscivamo a concentrarci. Come ogni attività, la meditazione non si può apprendere istantaneamente, ma occorreranno pazienza ed esercizio.
La meditazione: la posizione
Per questa prima seduta vi proporrò la posizione detta “del cadavere” (Savasana)
Sdraiatevi supini, le braccia lungo i fianchi con i palmi delle mani rivolti verso l’alto, le gambe chiuse. Inspirando tendete tutti e quattro gli arti (portate le dita dei piedi verso di voi). Espirate rilasciando il tutto. Portate adesso la vostra attenzione sulla gamba sinistra, mentre continuate a respirare.
Ripetete a voi stessi: “La mia gamba sinistra è calda ed è pesante” finchè non sentirete sull’arto la sensazione di calore e di pesantezza. Appena la sensazione sarà stata raggiunta portate l’attenzione sulla vostra gamba destra e ripetete il procedimento. Procedete quindi lungo tutto il corpo, spostando l’attenzione in senso ascendente man mano che la parte si rilassa (bacino, ventre, tronco, braccia, collo, testa). È assai probabile che la prima volta vi addormentiate.
Non preoccupatevi. Evidentemente il vostro corpo aveva bisogno di un pisolino. Non sarete meno spartani per questo 😀
Se riuscite invece a rimanere svegli, una volta completata la sequenza concentratevi sul vostro respiro, sull’addome che si alza e si abbassa.
È consigliabile utilizzare una sveglia che suoni dopo 10 o 15 minuti (che potrebbe esservi utile anche se vi addormenterete!)
In caso di bambini in giro, se hanno più di sei anni potreste coinvolgerli facendo fare lo stesso esercizio a loro. Vi basterà ripetere ad alta voce le istruzioni che andate via via impartendo al vostro corpo.
La meditazione: la respirazione
La respirazione è un altro di quei temi sui quali non si è mai letto o scritto abbastanza. Se l’argomento dovesse essere di vostro interesse possiamo affrontarla in un articolo dedicato. In linea generale, la respirazione che va utilizzata durante la meditazione (o il rilassamento in genere) è quella diaframmatica. È un tipo di respirazione assai più profonda di quella che utilizziamo di solito, ed è anche più naturale: i neonati respirano attraverso il diaframma!
Purtroppo, avendola disimparata, dovremo concentrarci per eseguirla correttamente. Il modo migliore per vedere quali sono i muscoli che dobbiamo attivare consiste nel mettersi il pollice in bocca e soffiare. Fatelo, e vi accorgerete che lo sforzo si concentra su alcuni muscoli accanto alle costole. Sono i muscoli che regolano il movimento del diaframma! Dovete cercare di respirare attraverso quelli.
La meditazione: alcuni pratici consigli
È assai probabile che la vostra mente inizi a vagare per pensieri sparsi. Non sentitevi in colpa, all’inizio è assolutamente normale! Semplicemente riportate la vostra attenzione sulla parte del corpo di cui volete osservare calore e pesantezza o sul respiro.
Se vi sono rumori che vi distraggono: la maggior parte delle volte la distrazione non è dovuta al rumore in quanto tale, ma al fatto che la nostra mente cerca di captarne l’origine. Qualora accadesse ripetete a voi stessi: “C’è un rumore”, e poi lasciatelo andare, senza preoccuparvi di individuare da dove proviene o da cosa sia stato provocato.
Spero che questi semplici consigli possano essere d’aiuto a chi ha bisogno di staccare la mente per ritrovare un equilibrio interno. Possiate continuare a risplendere.
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