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Storia del Karate
Il karate nacque ad Okinawa, in Giappone, nel XV secolo. Letteralmente karate significa “combattimento a mano nuda “; si sviluppò infatti durante i periodi di dominazione cinese, quando, per prevenire le rivolte, venivano vietate tutte le armi. Gli abitanti reagirono perfezionarono le tecniche di combattimento senza armi arricchendole di elementi importati dalla cultura cinese.
All’inizio del XVII secolo Okinawa venne conquistata da un signore feudale giapponese che mantenne a sua volta il divieto di portare armi. Per essere in grado di difendersi contro il conquistatore armato, gli abitanti lavorarono intensamente al perfezionamento del combattimento a mano nuda. L’addestramento era compiuto clandestinamente a piccoli gruppi; ecco perché nacquero diversi stili di combattimento.
Nel corso del XIX secolo Okinawa venne assimilata alla cultura giapponese e il significato del karate si sviluppò ulteriormente: fu riconosciuto il valore educativo dell’okinawa-te e si iniziò ad insegnarlo nelle scuole.
Iniziò ad uniformarsi nelle tecniche e a diffondersi anche fuori dall’isola. Le prime dimostrazioni del Maestro Funakoshi in Giappone nel primo ventennio del XX secolo, ottennero grande successo e suscitarono la curiosità dei praticanti di arti marziali giapponesi, con i quali entrò in relazione.
Piccola curiosità sul Karate
Uno studio apparso nel 2016 sul Journal of Sport and Health Science e diffuso dal sito web sciencedirect ha comparato l’efficacia di due diversi metodi di allenamento sulla funzionalità cognitiva degli adulti in età avanzata: il karate, da una parte, e il normale fitness dall’altra. cosa si voleva verificare?
La premessa dello studio effettuato era verificare se la pratica del karate per gli anziani ne migliora il funzionamento cognitivo e, se è possibile riscontrarlo, quali sono i campi cognitivi coinvolti
“Dimostrare che attraverso l’allenamento aerobico in età avanzata si può rallentare il deterioramento della funzionalità cognitiva. È dimostrato che la combinazione di esercizi aerobici, di equilibrio e di coordinazione porta a un miglioramento o al mantenimento delle funzioni cognitive. Esercizi si possono trovare specialmente nelle arti marziali dell’Asia orientale.”
I risultati dello studio sul karate
“I risultati dimostrano che vi è un significativo miglioramento della reattività motoria, della tolleranza allo stress e della cosiddetta “attenzione divisa” solamente per il gruppo sottoposto al periodo di allenamento di karate. Inoltre, i risultati dello studio successivo indicano ulteriori miglioramenti dopo dieci mesi di pratica continuativa. La pratica del karate può aiutare a migliorare l’attenzione, la resilienza e il tempo di reazione motoria già dopo un periodo di cinque mesi, ma con un periodo di allenamento esteso a dieci mesi i risultati sono ancora più evidenti”.
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